Beautiful world, where are you, Magliano.
Non ci ricorderemo delle vostre guerre, ci rimarranno solo le nostre albe.
Beautiful world, where are you è un libro che ho riletto spesso. Uscito nel 2021, questo libro di Sally Rooney è stato spesso criticato per le email interminabili e poco realistiche (secondo i detrattori) che le due protagoniste si scambiano e che interrompono la narrazione delle loro vicende personali e amorose. Quest’ultimo suo libro io invece lo amo proprio per questo. Perché mi mette di fronte alla condizione tutta umana, che è poi nocciolo del libro, che il senso della vita lo troviamo nelle piccole cose del quotidiano, negli amori e nelle amicizie, anche e soprattutto quando il mondo sembra prossimo all’apocalisse. Le lunghe mail che spezzano il romanzo sono dense di considerazioni sul capitalismo, sulla società in generale e sul futuro dell’umanità. Si perde facilmente il filo del discorso, soprattutto perché si vuole solo sapere come andrà a finire la storia delle due amiche.
Ripenso a questo libro in un momento in cui, ancora più del 2021, quando il libro è uscito, “we are standing in the last lighted room before the darkness,” come dice Alice, una delle due protagoniste. Che senso ha preoccuparsi delle piccole cose, della spesa, degli oggetti del quotidiano, di una parola detta dall’amico in un momento di stanchezza, dalla camicia da indossare in un altro, interminabile e identico giorno di lavoro? Che senso ha uscire con gli amici, cercare un amore, quando nello stesso momento persone vengono fucilate stuprate bombardate, genitori tengono resti dei propri figli in sacchetti di plastica, ministri si fanno pernacchie, presidenti si immobilizzano come maschere di una commedia pensata male? Che senso ha parlare di vestiti in questo spazio, quando sembriamo capaci di farci solo la guerra?
L’unico senso che si può trovare, forse, è quello raccontato dalla sfilata di Magliano, avvenuta ieri. “Sembra l’uscita da un club, di mattina,” mi ha detto un mio amico mentre guardavamo il finale della sfilata. Ed era proprio così. I pantaloni della tuta tenuti su dalla cintura, il cappotto che cade dritto perfetto con le frange di una sciarpa con gli elefanti da centro sociale bolognese, gonne e top con cinture interne di pantaloni sartoriali, i pantaloni della tuta e la giacca che cade morbida e sopra volti vissuti rugosi sfatti, le braccia legate in una camicia di forza a quadri che ricorda Rei Kawakubo, i ricami di fiori su giacche e maglioni impalpabili che raccontano di una vecchiaia tranquilla che non avremo mai.
Questa uscita di personaggi storti, di abiti che cadono perfetti e sbilenchi, che fanno venire voglia di toccarli per sentirne la consistenza, sono il senso che possiamo trovare a un mondo che va in una direzione sbagliata, all’odio che sembra trionfare nelle interazioni quotidiane, nelle discussioni di politica di lavoro della spesa non ancora fatta della moka lasciata sul fuoco della guerra dei panni che ci siamo scordati di stendere. Forse chi fa la guerra e si arrocca ad altezze vertiginose di ego e solitudine non è mai tornato a casa all’alba nell’aria frizzante di giugno, uscendo alla luce da un edificio con i muri scrostati pieni di graffiti, le gambe molli, le pupille dilatate e gli amici di fianco, silenziosi, assorti nei pensieri rotondi e placidamente vuoti di una serata da ricordare, che prenderà forma dopo aver dormito.
“Maybe we are just born to love and worry about the people we know,” dice Eileen nel libro di Rooney. Magliano ci mostra come amare chi conosciamo sia terribilmente complesso, richieda precisione e dedizione leggera, capispalla che cadono come fusi e camicie sbottonate, un misto di rigore e naturalezza. Forse siamo nati solo per amare e preoccuparci delle persone che conosciamo, essere stupidi nelle nostre piccole storie quotidiane, chiedere la bottiglietta all’amico che balla di fianco, rinfrescarsi i polsi, digrignare un po’ i denti, fumare una sigaretta nel cielo che si schiarisce.
Maybe we are just born to love and worry about the people we know. Smettetela, vi prego, di litigare, dice Magliano, di perdervi in lunghe mail che nessuno leggerà mai. Che a noi giovani rimangono solo le storie d’amore e i vostri maglioncini leggeri, le giacche troppo grandi, i gilet per proteggerci dal fresco delle mattine estive. E come darti torto, Magliano.